di Emilio Esbardo
Il 17 febbraio 2014 i capi dell’opposizione ucraina Vitali Klitschko e Arseniy Yatsenyuk hanno incontrato Angela Merkel a Berlino per chiedere aiuti finanziari della somma di 610 milioni di euro e per valutare eventuali sanzioni europee contro il Presidente Viktor Janukovyč.
Angela Merkel aveva espresso “simpatia per le legittime aspirazioni del popolo ucraino” e promesso l’appoggio della Germania e dell’Europa.
Il Presidente tedesco Joachim Gauck aveva richiesto una tavola rotonda tra le varie parti in questione.
Dopo l’incontro con la Merkel, Vitali Klitschko e Arseniy Yatsenyuk hanno tenuto una conferenza stampa nelle sale della CDU / CSU all’interno del Parlamento tedesco.
I primi risultati ottenuti in Ucraina, quelli di venerdì 21 febbraio, sono opera diplomatica dei tre ministri degli esteri Frank-Walter Steinmeier (Germania), Laurent Fabius (Francia) e Radosław Sikorski (Polonia).
Nell’articolo del 23 febbraio del quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung, intitolato: “La missione di Steinmeier – Come il ministro degli esteri ha trattato”, il lettore riesce a percepire appieno come vengono portate avanti trattative diplomatiche di successo, come quella del venerdì.
È stato infatti, secondo il quotidiano tedesco, iniziativa di Steinmeier (SPD) di partire insieme ai suoi colleghi Laurent Fabius e Radosław Sikorski in Ucraina per tentare di risolvere il conflitto interno. Premeva anche molto delimitare il bagno di sangue: a Kiev in due giorni, purtroppo, ci sono stati all’incirca 100 morti in piazza.
Steinmeier, sempre secondo l’articolo del Frankfurter Allgemeine Zeitung, il mercoledì aveva la sensazione, mentre si trovava a Parigi, di essere nel luogo sbagliato. Ha deciso così di recarsi in Ucraina ed ha contattato gli altri due ministri degli esteri per appoggiarlo nella missione.
Laurent Fabius, Radosław Sikorski e Frank-Walter Steinmeier si sono, così, incontrati il giovedì mattina, verso le 9.00, presso l’ambasciata tedesca in Ucraina, dove avevano un appuntamento con i maggiori esponenti dell’opposizione Vitali Klitschko, Arseniy Yatsenyuk e Oleh Tjahnybok. Insieme hanno redatto le richieste da presentare al presidente Viktor Janukovyč.
La riunione, riporta il quotidiano, è avvenuta, tra i boati degli spari e delle esplosioni di granate.
Con un progetto di 5 punti, poi, i tre Ministri degli esteri si sono recati nel palazzo presidenziale per incontrare Janukovyč, pronto ad accettare la negoziazione, che prevedeva, tra le altre cose, il ritorno della Costituzione del 2004, che limitava i poteri del Presidente e la formazione di una commissione esterna per valutare gli eccessi di violenza accaduti in Ucraina.
Alle ore 23.30 i tre ministri hanno incontrato nuovamente Janukovyč, con i rappresentanti dell’opposizione Vitali Klitschko, Arseniy Yatsenyuk e Oleh Tjahnybok.
Però all’appuntamento del giorno successivo, il venerdì 21 febbraio alle ore 11.00, per la firma dell’accordo, come continua a rivelare in modo avvincente il Frankfurter Allgemeine Zeitung, i politici dell’opposizione non si sono presentati. Il movimento Majdan, si rifiutava di ratificarli.
I tre ministri, non si sono arresi ed hanno incontrato i rappresentanti Majdan in un hotel a Kiev, i quali hanno dichiarato che non avrebbero firmato se Janukovyč non si fosse dimesso e accusavano Klitschko di alto tradimento per aver stretto la mano al Presidente.
Decisivi sono stati gli interventi di Sikorski e di Steinmeier.
Dapprima Sikorski ha descritto, attraverso le sue esperienze, il fallimento di Solidarność nel 1981, perché aveva fatto richieste eccessive, in un arco di tempo troppo breve. Solidarność ha poi avuto successo nel 1989 non commettendo gli errori del passato.
Poi scrive il quotidiano tedesco “ha preso la parola Steinmeier. Il ministro degli Esteri deve aver completato per bene il discorso di Sikorski: L’Ucraina è ad un baratro, vi è la minaccia di una guerra civile e dell’anarchia. Ora c’è la possibilità di impedire tutto ciò (…) Il movimento Majdan ha deciso di firmare gli accordi”.
Nel frattempo Janukovyč, isolato dal proprio partito, è fuggito in elicottero e Oleksandr Turcinov, il nuovo presidente ad interim, ha dichiarato che il parlamento ucraino formerà un nuovo governo entro martedì.
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