Storia dei prigionieri italiani in Germania / Discorso del Ministro Steinmeier - Rede von Außenminister Frank-Walter Steinmeier

Michele Montagano viene preso per mano dal Ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier - foto: Emilio Esbardo

di Emilio Esbardo

Nonostante siano passati più di 70 anni, alle pareti della Baracca 13 dell’ex campo di lavoro forzato nazista nel quartiere di Schöneweide a Berlino, molte scritte in italiano sono tuttora leggibili, scampate all’usura del tempo.


Più di 650.000 soldati italiani, che si erano rifiutati di far parte della Repubblica Sociale Italiana, sono stati catturati e costretti a mansioni forzate dai tedeschi. Più di 50.000 moriranno a causa della brutalità dei carcerieri e a causa delle terribili condizioni detentive e lavorative. 190.000 sono stati invece i militari che hanno aderito allo Stato fantoccio nazista di Salò.

Mappa della Repubblica Sociale Italiana - Autore: PupyFaki / / Creative Commons CC0 1.0 Universal Public Domain

La Repubblica Sociale con a capo Mussolini, di breve durata, dal settembre 1943 all’aprile 1945, fu costituita su ordine di Hitler e comprendeva i territori italiani sotto il controllo militare dei nazisti dopo l’armistizio di Cassibile: accordo segreto sottoscritto il 3 settembre 1945 dal generale Giuseppe Castellano, con il quale si stabiliva le cessate ostilità del Regno d’Italia verso gli Alleati.

L’armistizio, firmato in contrada Santa Teresa Longarini a 3 km da Cassibile, frazione del comune di Siracusa in Sicilia, venne reso pubblico l’8 settembre alle ore 18:30 su Radio Algeri dal generale Dwight Eisenhower e confermato alle ore 19:42 da Pietro Badoglio su EIAR (Ente italiano per le audizioni radiofoniche).

Michele Montagano - foto: Emilio Esbardo

Paolo Gentiloni - foto: Emilio Esbardo

Michele Montagano tra Frank-Walter Steinmeier e Paolo Gentiloni - foto: Emilio Esbardo

"NO" - foto: Emilio Esbardo

A grandi linee per chi non conosce bene questo periodo storico: durante la seconda guerra mondiale, Regno Unito, Stati Uniti e in seguito Francia, formarono la coalizione nota con il nome di Alleati, per contrapporsi alle Potenze dell’Asse, che comprendeva Germania, Italia e in seguito Giappone. L’espressione “Potenze dell’Asse” è stata resa celebre, dopo l’intesa stipulata il 24 ottobre tra Germania e Italia, da Benito Mussolini con il suo discorso a Milano il 1 novembre 1936, nel quale riferì dell’“Asse Roma-Berlino”. Storicamente negli Alleati s’include anche l’Unione Sovietica.

A ricordo dei tristi giorni dei soldati italiani internati dal 1943 al 1945 in Germania, è stata allestita la mostra permanente intitolata:

Tra più fuochi. La storia degli internati militari italiani 1943-1945 / Zwischen allen Stühlen. Die Geschichte der italienischen Militärinternierten 1943-1945  

presso il Centro di Documentazione sul Lavoro Forzato sotto il nazismo di Berlino.
– Indirizzo: Britzer Straße 5, 12439 Berlin
Tel. +49 (0)30 6390 288 0 –

Christine Glauning, curatrice del Centro, ha accentuato all’inaugurazione dell’esposizione (28.11.2016) che questi soldati, dei veri e propri combattenti della resistenza senza armi, di fronte alla richiesta di aderire alla Repubblica di Salò, hanno espresso il loro “no” convinto, nonostante sapessero a cosa sarebbero andati incontro.

Al loro rifiuto, furono immediatamente disprezzati come traditori e degradati al livello dei peggior nemici dei nazisti: handicappati, comunisti, zingari ed omosessuali. La stampa di regime ha propinato differenti definizioni per definirli come ad esempio: “Maccheroni”, “Codardi traditori di Badoglio” e “Itaker”.

Itaker è l’abbreviazione di “Italienischer Kamerad – Camerata italiano” (Una probabile traduzione potrebbe essere “Italianacci”). Il termine è stato coniato nell’esercito austriaco durante la prima guerra mondiale. Ripreso successivamente durante la seconda guerra mondiale come definizione di soldato italiano, è stato poi utilizzato come termine dispregiativo, non solo dopo il trattato dell’8 settembre, ma anche a partire dagli anni sessanta come parola denigratoria nei confronti dei migranti italiani, che si recavano come forza lavoro nella Repubblica Federale.

All’inaugurazione erano presenti il professore Andreas Nachama, direttore della Fondazione della Topografia del Terrore; Frank-Walter Steinmeier, Ministro degli Esteri tedesco e il suo collega italiano Paolo Gentiloni; Daniela Geppert, responsabile dell’esposizione e l’ex soldato Michele Montagano.

Michele Montagano, quando fu arrestato, era un tenente di 22 anni. Durante la cerimonia di apertura ha tenuto un discorso che ha emozionato i presenti. Incancellabile è il ricordo delle lunghe e faticose marce tra le città tedesche, dove i “traditori” venivano sputati in faccia dalla popolazione. Ancora più doloroso è il ricordo di tutti coloro i quali non ce l’hanno fatta, decedendo in condizioni disumane:

“Nei campi, soldati e ufficiali dovettero sopportare la rigida disciplina, le sadiche punizioni, la fame terribile, il rigore del clima, la sporcizia, i parassiti, la mancanza di notizie da casa, la lenta distruzione della personalità per essere distrutti a semplici Stück pezzi da usare per la vittoria finale di Hitler”, ha detto il novantaseienne superstite.

Baracca 13 - Foto: © Dokumentationszentrum NS-Zwangsarbeit Berlin / Hoffmann

"21-3-45 Pasato"; iscrizione nel seminterrato della Baracca 13 – Foto: © Dokumentationszentrum NS-Zwangsarbeit Berlin / Steffen

Corridoio della Baracca 13. Foto © Dokumentationszentrum NS-Zwangsarbeit Berlin-Schöneweide / Hoffmann.

Alla cerimonia sono stati invitati anche rappresentanti dell’Anei, associazione nazionale ex internati nei lager nazisti di Vicenza (i prigionieri vicentini furono in tutto 10.188); Mario Scorza e Achiropita Titti Scorza, rispettivamente presidente e vicepresidente dell’associazione Rossanesi del mondo, in onore di Gennarino Scorza che aveva ricevuto la Croce al merito di Guerra e Medaglia d’Onore.

La mostra è composta da video interviste, oggetti e reperti storici unici, pannelli luminosi ma anche voluti spazi vuoti, che esprimono la tragicità di quei momenti. L’esibizione è stata allestita nella Baracca 4.

Discorso del Ministro Steinmeier – Rede von Außenminister Frank-Walter Steinmeier

Di seguito riporto il discorso in tedesco del Ministro degli Esteri tedesco, accompagnato dalla mia traduzione libera.

Il Ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier durante il suo discorso - foto: Emilio Esbardo

“Cara mamma ritornerò”, queste sono le parole che più di 70 anni fa, l’italiano Andrea Talomon ha inciso sui suoi utensili da cucina in una baracca proprio come una di quelle che si vede dietro di me / “Liebe Mutter, ich werde zurückkommen”, das sind die Worte, die der Italiener Andrea Talmon vor mehr als 70 Jahren in sein Essgeschirr einritzte – in einer Baracke, wie jener, die Sie hier direkt hinter mir sehen.

Il suo piatto era una semplice pentola dell’esercito italiano – ammaccata e graffiata. Qui nel campo, queste pentole rappresentavano però più di un semplice contenitore: erano l’unico oggetto che a questi uomini rimaneva della loro amata patria italiana. È così che sono divenute come uno schermo metallico dove proiettare i loro desideri e i loro pensieri terribili. Il prigioniero Ivo Sghedoni ha impresso sulla sua pentola due parole sconcertanti: Fame e Paura. / Sein Geschirr war ein einfacher Topf der italienischen Armee – zerbeult und verkratzt. Hier im Lager jedoch waren diese Töpfe mehr als nur Behälter. Sie waren oft das einzige, was den Männern aus der geliebten italienischen Heimat blieb. Und so wurden sie zur metallenen Leinwand für Sehnsüchte und bange Gedanken. Der Gefangenen Ivo Sghedoni hat auf seinem Topf zwei eindringliche Worte hinterlassen: “Fame e Paura” –  Hunger und Angst.

Fame e paura. Sofferenze e ingiustizie – commessi dai nazionalsocialisti tedeschi contro i militari italiani internati. Di ciò testimoniano le stoviglie di questi uomini. / Hunger und Angst. Leid und Unrecht – begangen von deutschen Nationalsozialisten an italienischen Militärinternierten. Davon zeugen die Essgeschirre dieser Männer.

(…)

I soldati italiani, che avevano fino a qualche istante prima combattuto fianco a fianco con i soldati dell’esercito tedesco, si trovarono ora “tra più fuochi”. / Die italienischen Soldaten, die gerade noch Seite an Seite mit den deutschen Wehrmachtssoldaten gekämpft hatten, sie fanden sich nun wahrhaftig “Zwischen allen Stühlen”.

Sono stati gli ancora alleati tedeschi, che ora li stipavano e li trascinavano con i treni merci in Polonia nel Reich tedesco e lì li costringevano a fare lavoro duro e pesante – soprattutto per l’industria bellica. E: erano gli ex alleati, che li disprezzavano apertamente e ad alta voce come traditori. / Es waren die eben noch verbündeten Deutschen, die sie nun zusammenpferchten, mit Güterzügen ins Deutsche Reich und nach Polen verschleppten und sie dort zwangen, harte und schwere Arbeit zu verrichten – vor allem in der Rüstungsindustrie. Und: es waren die ehemaligen Verbündeten, die sie nun offen und laut als Verräter ächteten.

Il Ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier durante il suo discorso - foto: Emilio Esbardo

“I bambini ci lanciavano contro le pietre e le donne ci sputavano”, così ha descritto il soldato italiano Settimo Bosetti. “Eravamo gente cattiva, traditori, la feccia dell’umanità. Ancor più del disprezzo soffrivamo la fame!”. / “Die Kinder warfen mit Steinen nach uns und die Frauen spuckten uns an”, so schilderte es der italienische Soldat Settimo Bosetti. “Wir waren schlechte Menschen, die Verräter, der Abschaum der Menschheit. Fast noch mehr als der Hunger schmerzte uns diese Verachtung!”

Le stoviglie di uomini come Andrea Talomon raccontano anche cosa significasse concretamente questo disprezzo nella quotidianità degli internati. Ad esempio, l’introduzione della cosiddetta razione alimentare in base alla produzione effettuata, ideata come punizione perfida. / Auch die Essgeschirre von Männern wie Andrea Talmon erzählen davon, was diese Verachtung für das Leben der Internierten konkret bedeutete. Etwa, als die Nazis eine sogenannte “Leistungsernährung” einführten, bei der die Essensrationen als perfide Strafe gekürzt wurden.

“Sono stato costretto a rompere il ghiaccio, far sciogliere la neve gelata raccolta per terra in una pentola, e bere quest’acqua così com’era”, ha raccontato il prigioniero Esposito Donato, “Si raccoglievano le briciole di pane dal tavolo. Un’abitudine che conservo ancora! … La fame è qualcosa che si attacca alla pelle”. / “Ich war gezwungen, Eis zu brechen, den gefrorenen Schnee auf dem Boden im Kochgeschirr schmelzen zu lassen und dieses Wasser, so wie es war, zu trinken”, erinnerte sich der Inhaftierte Esposito Donato. “Man pickte die Brotkrümel vom Tisch auf. Eine Gewohnheit, die ich immer noch habe! … Der Hunger ist etwas, das auf der Haut kleben bleibt.”

Sono stati utilizzati oltre 650000 italiani come lavoratori forzati nell’industria bellica tedesca. Un numero quasi inimmaginabile! Più di 50000 sono morti durante la prigionia. / Über 650000 Italiener wurden als Zwangsarbeiter in der deutschen Kriegswirtschaft eingesetzt. Eine fast unvorstellbare Zahl! Mehr als 50000 starben in der Gefangenschaft.

In un luogo come questo a Schöneweide, caro Paolo, osserviamo il capitolo più scuro della nostra storia in comune. Indicibili sofferenze e dolore. / An einem Ort wie diesem hier in Schöneweide, lieber Paolo, blicken wir auf das dunkelste Kapitel unserer gemeinsamen Geschichte. Auf unsägliches Leid und Schmerz.

E con questo sguardo volto ad un capitolo così nero, credo, che si illumina la nostra visione del presente. Al lungo cammino di sette decenni in comune che entrambe le nostre nazioni hanno compiuto. Un percorso che ha costruito amicizia e fiducia in un’Europa unita. Per tale motivo sono profondamente grato a Lei e a tutti in nostri amici italiani. / Und mit diesem Blick zurück ins Dunkel, so glaube ich, erhellt sich unsere Sicht auf die Gegenwart. Auf den langen Weg, den unsere beiden Länder in den vergangenen sieben Jahrzehnten zurückgelegt haben. Einen Weg, der Freundschaft und Vertrauen begründet hat in einem vereinten Europa. Dafür bin ich Dir, Paolo, und all unseren italienischen Freunden zutiefst dankbar.

Questa fiducia reciproca ha segnato l’inizio del nostro viaggio verso una cultura della memoria condivisa, che mancava da tempo. / Dieses gegenseitige Vertrauen stand auch am Anfang unseres Weges hin zu einer Kultur des gemeinsamen Erinnerns, die lange gefehlt hat.

Questo lavoro è iniziato allora quando io ero al mio primo mandato da Ministro degli Esteri (1): otto anni fa ero con il mio collega Franco Frattini nella Risiera di San Sabba (2), un’ex fabbrica di riso a Trieste, che i nazionalsocialisti avevano tramutato in una fabbrica di morte – in un campo per prigionieri di guerra, di detenzione e tortura degli ostaggi, partigiani e altri reclusi politici. La Risiera di San Sabba è stato il luogo di passaggio per gli ebrei prima della loro deportazione nei campi di sterminio, per gli internati militari prima della deportazione ai lavori forzati. / Diese Arbeit begann damals während meiner ersten Amtszeit. Ich erinnere mich gut: Vor acht Jahren standen mein damaliger Amtskollege Franco Frattini und ich in La Risiera de San Sabba, einer ehemaligen Reisfabrik in Triest, die die Nationalsozialisten zur Todesfabrik gemacht hatten – zum Kriegsgefangenenlager, zum Haft- und Folterlager für Geiseln, Partisanen und andere politische Gefangene. La Risiera de San Sabba wurde zum Durchgangslager für Juden vor ihrer Deportation in die Vernichtungslager, für Militärinternierte vor ihrer Deportation in die Zwangsarbeit.

Lì, in quel luogo buio, dove in tempo di guerra sono stati uccisi dalle 3000 alle 5000 persone, abbiamo deciso d’istituire una commissione congiunta di storici. Una commissione che ha il compito di dedicarsi in maniera completa e aperta all’elaborazione del passato italo-tedesco del periodo di guerra. / Dort, an diesem dunklen Ort, wo im Krieg zwischen 3.000 und 5.000 Menschen ermordet wurden, haben wir uns entschieden, eine gemeinsame Historikerkommission einzusetzen. Eine Kommission, die sich eingehend und offen der Aufarbeitung der deutsch-italienischen Kriegsvergangenheit widmen sollte.

La commissione ci ha consigliato la creazione di un fondo futuro, che supporta concretamente le persone nel loro lavoro di elaborazione e di riconciliazione: sia che riguardi l’organizzazione di concorsi per studenti, programmi di scambio o di documentazione degli atti crudeli dei nazisti presso Ponte Buggianese o a Civitella, dove i soldati della Wermacht hanno compiuto i loro massacri orribili. / Die Kommission empfahl uns die Schaffung eines Zukunftsfonds, eines Fonds, der Menschen ganz konkret in ihrer Arbeit für Aufarbeitung und Versöhnung unterstützt: ob bei der  Ausrichtung von Schülerwettbewerben, Austauschprojekten oder bei der Dokumentation der grausamen NS-Taten, in Ponte Buggianese oder in Civitella, wo deutsche Wehrmachtssoldaten schreckliche Massaker begingen.

(…)

Oggi anche a Schöneweide stiamo creando un altro luogo del ricordo. Con l’esposizione permanente – su suggerimento della commissione storica italo-tedesca – nasce qui una struttura, che riporta alla luce dall’oscurità del passato, il destino particolare degli internati militari. / Heute schaffen wir auch hier in Schöneweide eine weitere Stätte der Erinnerung. Mit der Dauerausstellung – empfohlen von der deutsch-italienischen Historikerkommission – entsteht hier ein Ort, der das besondere Schicksal der Militärinternierten ins Licht der Gegenwart holt – heraus aus den Schatten der Vergangenheit.

Coloro i quali s’inoltrano nelle cantine della Baracca 13, troveranno alle pareti le scritte leggibili dei prigionieri italiani. / Wer hier im Lager hinabsteigt in den Keller der Baracke 13, der findet dort an den Wänden noch heute lesbar die Inschriften italienischer Gefangene.

E nonostante tutta la tragicità, si potrebbe quasi sorridere, quando si scorge, tra la fame e la sofferenza della vita quotidiana, uno scarabocchio: un prigioniero ha marcato il suo posto nella cantina antiaerea con la semplice scritta: “Riservato”. Ma c’è anche ancora un’altra incisione. Appena leggibile. Sotto la data scarabocchiata del 21 marzo 1945 un prigioniero ha scritto una sola parola, forse per comunicare la fine degli attacchi arei: “Finito” – “Vorbei”. / Und man mag trotz aller Düsterheit fast schmunzeln, wenn man sieht, wie sich der Alltag dort zwischen Hunger und Leid in den Kritzeleien einen Weg gebahnt hat: Ein Gefangener etwa markierte seinen Platz im Luftschutzkeller mit dem simplen Wort „Riservato“. Es gibt aber noch eine weitere Inschrift. Sie ist kaum noch lesbar. Unter das gekritzelte Datum des 21. März 1945 hat dort ein Gefangener ein einziges Wort geschrieben, vielleicht um das Ende eines Luftangriffes zu beschreiben: “Passato” steht dort. – “Vorbei”.

Finito. Terminato e trascorso è il capitolo più doloroso della storia italo-tedesca, che viene raccontato nel campo di Schöneweide. Ma non dobbiamo dimenticare e non lo faremo. / Vorbei. Zu Ende und vergangen ist das schmerzvolle Kapitel deutsch-italienischer Geschichte, für das das Lager Schöneweide steht. Vergessen aber dürfen und werden wir es nicht.

Piuttosto, questo luogo ci sprona a rimanere vigili, affinché odio e disprezzo non si insinuino mai più nelle nostre società. E affinché noi proteggiamo e continuiamo a promuovere, ciò che abbiamo raggiunto negli ultimi 70 anni in Europa: Pace. Collaborazione. Comunità. / Vielmehr fordert uns dieser Ort auf, wachsam zu sein. Dafür, dass sich Hass und Verachtung in unseren Gesellschaften nicht wieder einen Weg bahnen dürfen. Und dafür, dass wir schützen und voranbringen, was wir in den letzten 70 Jahren in Europa erreicht haben: Frieden. Partnerschaft. Gemeinschaft.

“Passato”: Questa non è un’affermazione storica. È un ammonimento. / Passato – Das ist keine historische Feststellung. Es ist eine Mahnung.

(1) Frank-Walter Steinmeier, classe 1956 di Detmold, città della Renania Settentrionale-Vestfalia, aveva già ricoperto il ruolo di Ministro degli Esteri dal 2005 al 2009, durante il primo governo di grande coalizione di Angela Merkel, composto da CDU/CSU e SPD. È ritornato a esercitare la stessa carica nel 2013 durante il secondo governo di grande coalizione. Steinmeier (SPD) sarà il prossimo Presidente della Germania; subentrerà a Joachim Gauck, che ha deciso di non ricoprire più tale ruolo al termine del suo mandato. Il secondo governo Merkel, in carica dal 28 ottobre 2009 al 17 dicembre 2013, costituito da CDU/CSU e FDP (Partito Liberale), aveva determinato la fine della prima grande coalizione. In questo periodo a ruolo di ministro degli Affari Esteri vi era stato Guido Westerwelle, deceduto purtroppo nel 2016 a causa di una leucemia.

Risiera di San Sabba. Struttura all'interno della quale vi era il forno crematorio - Autore: Pier Luigi Mora (30 ottobre 2005) / / Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported

(2) La Risiera di San Sabba, un agglomerato di edifici che formavano una fabbrica per la pilatura del riso, edificato nel 1913 nella periferia di Trieste, ha assunto, a partire dall’8 settembre 1943, la funzione di campo di prigionia provvisorio dei soldati italiani, prendendo il nome di Stalag 339 (Stalag era il termine designato per i luoghi dove venivano rinchiusi i prigionieri di guerra dei tedeschi. Il suo sinonimo è “Stammlager”, mentre Stalag è l’abbreviazione di “Straflager”, che letteralmente significa campo di punizione). A partire da ottobre dello stesso anno è divenuto un centro di raccolta detenuti di differenti nazionalità, colore politico o religione, tra cui partigiani, ebrei, sloveni, italiani, croati, prima di essere deportati in Germania o in Polonia. Moltissimi di questi prigionieri, tra i 3000 e i 5000, sono stati sterminati attraverso fucilazioni, con i gas di scarico dei camion o con manganellate alla nuca. I cadaveri venivano poi carbonizzati in un forno crematorio. Il capo responsabile delle atrocità commesse all’interno del campo è stato l’ufficiale triestino delle SS Odilo Globočnik, tra i più stretti collaboratori di Reinhard Heydrich, uno dei più importanti gerarchi nazisti e figura chiave nell’ideazione e nella programmazione dello sterminio totale della razza ebraica in Europa. Dopo essere stata dichiarata monumento nazionale nel 1965, La Risiera di San Sabba è divenuta un museo.

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