PHILARMONIE - Quattro grandi compositori - Due grandi musicisti contemporanei

Durante il concerto - Foto © Peter Adamik

di Michela Buono

PHILARMONIE: 14 gennaio 2016
Quattro grandi compositori: Schumann e Chopin, Reimann e Strauss
Due grandi musicisti contemporanei: Maurizio Pollini e Christian Thielemann


Robert Schumann: Overture dall’opera 81, in quattro atti, “Genoveva”. L’unica opera di Schumann fu composta tra il 1847 e il 1848 e fu eseguita per la prima volta a Lipsia nel 1850. Le fonti letterarie alle quali il compositore si ispirò furono prese da “Genoveva” di Friederich Hebbel e da “Leben und Tod der Heilen Genoveva” di Ludwig Tieck.

Le prime battute della Overture pongono l’accento su una certa drammaticità presente nell’opera, il movimento lento e incalzante degli archi sembra voler sottolineare questa caratteristica, per poi culminare in un ritmo sempre più serrato.

Thielemann dirige mettendo in risalto i vari temi presenti nell’opera quali l’amore, l’inganno, la vendetta, la fedeltà, la riconciliazione. Il suo gesto lascia spazio ad un’orchestra che sembra “cantare” questi temi, quasi volesse fondersi con ognuno di essi. L’intensità del suono, la perfezione nell’unisono creano un’atmosfera quasi “magica” nella sala, si ha la sensazione di essere “testimoni “ degli eventi dell’opera stessa. Thielemann porta l’orchestra a un crescendo che non è solo scritto in partitura ma è anche emozionale e che ha il suo culmine alla fine dell’Overture. Di breve durata i passaggi più “leggeri”, affidati agli strumenti a fiato, che rendono meno “drammatica” l’opera stessa. Grande l’emozione suscitata da questa esecuzione e da quest’opera che purtroppo non si ascolta di frequente, pubblico sempre molto attento ed entusiasta.

Frédéric Chopin concerto per pianoforte e orchestra Nr. 1 in mi minore op. 11. Scritto a Varsavia tra aprile ed agosto del 1830 venne eseguito per la prima volta, nello stesso anno,  al Teatro Nazionale di Varsavia nel 1830.

L’allegro maestoso che apre il concerto rivela l’immediata cantabilità degli archi che si dipana nella lunga introduzione. Thielemann dirige sottolineando la “delicata” melanconia presente nella esposizione dei due temi principali. Il tocco granitico di Pollini segna l’entrata maestosa del pianoforte. E’ nel secondo movimento, che si crea una sorta di dialogo tra pianoforte e orchestra con la dolcissima introduzione di quest’ultima. Nell’ultimo movimento, Rondò-Vivace, si ha un “ritorno al notevole virtuosismo presente in tutto il concerto. Il suono cristallino di Pollini dona a questo concerto una nitidezza che va oltre la complessità della partitura. L’eleganza di Thielemann nel dirigere si nota anche nel modo in cui l’orchestra accompagna il solista senza mai prevaricare. Una combinazione perfetta che ha reso questo concerto un evento ricco di emozioni indimenticabili.

Aribert Reimann: sette frammenti per orchestra in memoria di Robert Schumann 1988. Reimann prende spunto dalla Geistervariationen in mi bemolle maggiore di Schumann, scritta nel 1854. Si tratta di un omaggio al compositore romantico. Il tema iniziale di Schumann viene riproposto nel terzo frammento e successivamente nel quinto si ha una ripresa di esso. La cantabilità di questo lavoro è affidata agli archi dai quali emergono dei segmenti classici.

Richard Strauss: quattro Interludi sinfonici dall’opera in due atti “Intermezzo” op. 72 Composta nel 1923, andò in scena il 4 novembre 1924 a Dresda. Il primo frammento si apre con un walzer, leggerezza e allegria sono i temi dominanti che Thielemann accentua grazie anche alla vivacità ritmica con la quale si apre il frammento. Il secondo frammento è più sognante ed ha una maggiore libertà espressiva che si evidenziano nel gesto chiaro e preciso di Thielemann. Il terzo frammento presenta un’apertura originale in cui si ha una notevole cantabilità di strumenti a fiato ed archi. Il quarto frammento cambia ancora, estremamente vivace e gaio è più entusiasmante del primo.

Grande concerto, sala piena e pubblico appassionato

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