di Alberto Figliolia
Corpi che volano nell’acqua
(malinconica melopea in blu)
o ancorati con le dita consumate
alla sabbia antica del fondale,
sospesi come stelle in un liquido cosmo
fra il guizzare dei pesci e parole
ingoiate dalle solenni bolle della fine.
(Piedi che scavano piste impercorse
Una fibbia che vibra nel vuoto
Calamai di pensieri spersi)
Corpi che galleggiano per sempre
nel silenzio, fra gli invisibili cristalli
del sale: avvinti in un ultimo abbraccio…
madri con figli, fratelli e sorelle,
sposi un tempo o mai più.
(Anelli come sassi
Abiti ialini
Posizioni fetali)
Corpi che volano nell’acqua
(malinconica melopea in blu),
aquiloni dal filo tranciato,
come i ricordi, come i sogni,
come la speranza di una nuova vita.
E noi che rimaniamo, noi che siamo qui?
Noi radicati nel rabbioso benessere,
noi inchiostri di solitudine,
come potremo ancora bagnarci
in quel mare, tomba d’umanità?
Milano-Cesano Boscone, giovedì 15 maggio 2014
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