Durante l’evento Notte delle Stelle, l’attore Hans-Werner Meyer, mi ha gentilmente concesso un’interessante intervista.
Che significato ha per lei il Premio Bacco?
Trovo molto bello che, durante la Berlinale, vi sia un premio italiano. Lo trovo un evento particolare e sono contento di farne parte quest’anno.
Particolare in che senso?
L’evento è completamente differente da uno tipicamente tedesco. Domenica sono stato alla serata di gala “Bundesverband der Film- und Fernsehschauspieler”, che era il contrario di quella odierna, dove gli ospiti erano più concentrati su ciò che accadeva sul palco. La gente qui si lascia distrarre anche da ciò che accade tra i tavoli. Sono rimasto sorpreso come la sala da ballo si sia riempita, così velocemente, già dalla prima danza. Mi ha colpito molto. Voi italiani sapete come divertirvi per bene.
È peggiore o è migliore rispetto ad una serata di gala tedesca?
Non è né migliore, né peggiore. È semplicemente differente.
Quante volte è stato in Italia? Quali sono le sue impressioni e cosa la lega al nostro Paese?
Io sono stato spesso in Italia, non solo in vacanza ma anche per lavoro da attore. Sei anni fa ho recitato nella serie televisiva di quattro puntate “Im Zeichen des Drachen” di produzione italo-tedesca. Il regista era Antonello Grimaldi ed io interpretavo il ruolo di Filippo Dandolo. Credo che il titolo in italiano sia la “Moglie cinese”. Il film è stato trasmesso su Rai Uno nel 2006 e in Germania su ZDF (Seconda Televisione Tedesca). Dunque sono molto legato all’Italia.
Quale attore italiano ammira di più?
Ho visto ed ho ammirato tantissimo i film di Marcello Mastroianni e Sophia Loren. La cinematografia italiana degli anni ’70 mi ha influenzato molto. Degli attori moderni conosco soprattutto Nanni Moretti. Ma anche quelli con cui ho recitato assieme come, ad esempio, Pietro Sermonti.
Sta lavorando a qualche nuovo progetto al momento?
Sto girando una nuova serie televisiva per ZDF dal titolo “Die Letzte Spur”, che tratta di persone scomparse e che verrà presto trasmesso. Al mio fianco ci sono gli attori Jasmin Tabatabai, Susanne Bormann e Florian Panzner.
Quali dei suoi film le sta più a cuore e perché?
Ho girato tantissimi film e tanti mi stanno molto a cuore. Ma ve n’è uno in particolare, che non viene più trasmesso, e forse è per questo motivo. Il titolo è “Ich will laufen! Der Fall Dieter Baumann” e tratta del corridore Dieter Baumer. Ho recitato la parte di uno sportivo con dialoghi in dialetto. È stata una grande sfida a livello di recitazione. Ed in pochi lo hanno notato.
Quando ha capito di voler diventare attore?
Mi era chiaro sin da quando ero ancora un ragazzo. A 16 anni lo avevo intuito. A 18, al ritorno da un mio soggiorno in America, ne ero convinto.
testo e foto di Emilio Esbardo
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