All’ITB di Berlino, la più grande fiera del turismo internazionale, era presente anche la Regione Sardegna, che ha realizzato un’ottima promozione d’immagine nella capitale tedesca. Sabato 10 marzo è stato inaugurato, inoltre, il Sardegna Store, una vetrina espositiva dei prodotti turistici, dell’artigianato e dell’agro-alimentazione isolana. All’evento hanno partecipato Giorgio La Spisa, assessore della Programmazione e vice presidente della Regione, e Luigi Crisponi, assessore al Turismo, Artigianato e Commercio, che mi ha gentilmente concesso un’interessante intervista.
Secondo lei, visto i tempi difficili, il turismo può essere un importante fattore di sviluppo economico e sociale in Italia e in Sardegna?
Per quanto riguarda la Sardegna rappresenta certamente una cinghia di trasmissione utile per tutte le attività connesse alla filiera turistica: da quella agroalimentare all’artigianato, al piccolo commercio alla piccola industria. Ritengo che il turismo possa essere al centro delle economie. Il suo valore attuale, che è pari a un prodotto interno lordo dell’otto e mezzo per cento, è decisamente sottostimato nelle sue potenzialità. Potenzialità significa non solo mare cristallino e spiagge candide, ma anche valori misteriosi, intimi di piccole comunità, di piccoli paesi, dove ancora oggi, si custodiscono fortissimi segni dell’identità.
Che tipo di cambiamenti apporta di solito il turismo in un luogo?
Un turismo intelligente deve essere un turismo di qualità. Per qualità intendiamo quello dell’entrare in punta di piedi, rispettando l’ambiente, rispettando le tradizioni, rispettando i valori sociali, che il turismo può avere. Quando è un turismo di questo genere, diffuso in un valore temporale, e quindi non solo di alta stagione, ma soprattutto in quella di una fase nella quale possiamo raccontare e celebrare storie di antichi riti, di valori, di emozioni che sono stati custoditi nelle questioni familiari, nelle storie intime delle piccole comunità, riteniamo diventi a quel punto davvero importante. Quello è il turismo che ci piace.
Nelle conferenze, che si sono tenute nella fiera internazionale del turismo a Berlino, si è posto l’accento sull’ecoturismo. A tale proposito, a che punto è la Sardegna?
La Sardegna è molto avanti. Dal 2007 è stato adottato un piano del turismo sostenibile, che va a misurare le capacità di carico, non solo del turista, ma anche di nuovi insediamenti. Nell’ambito dei nuovi insediamenti abbiamo utilizzato al meglio le volumetrie esistenti, impedendo di fatto le volumetrie nuove. Siamo dunque molto orientati alla tutela ambientale, naturalistica. Questo ci piace perché va praticamente nella direzione del preservare, del custodire. Vogliamo semplicemente migliorare la qualità, portare all’eccellenza le nostre strutture ricettive. E questo naturalmente diventa un obiettivo, che abbiamo in parte raggiunto.
Cosa consiglierebbe di degustare ai turisti in Sardegna?
Le nostre vie del gusto raccontano non solo di spazi, nei quali poter trovare alcuni prodotti di eccellenza, ma addirittura di borghi del gusto. Ci sono una serie di vie del vino, via del Cannonau, via del Vermentino, via del Carignano, ovvero tre fra alcuni pilastri della nostra enologia. Ci piace molto individuare gli ambienti nei quali dell’ottimo vino si miscela alla nostra cultura, alla nostra lingua, alla nostra storia millenaria, ai valori dei Nuraghi. Insomma possiamo raccontare e celebrare valori autentici.
Quant’è importante il mercato tedesco in Sardegna?
Attualmente il mercato tedesco rappresenta come valori, in termini assoluti, il più alto numero di turisti, che la Sardegna riceve. Un milione duecento dieci mila, quest’anno. L’anno scorso anche un milione duecento mila. Da oltre dieci anni un milione e duecento mila presenze turistiche raccontano di un amore che non finisce, ininterrotto tra la Sardegna e il mercato tedesco. È un amore che naturalmente intendiamo non solo suggellare ma anche incrementare. Va dato merito all’utente tedesco, che è molto preparato, curioso, che si fa intrigare, attrarre dai nostri ambienti, dai piccoli centri storici, dalle piccole comunità, dai luoghi dove ancora c’è un valore millenario, che è quello del garbo, dello stile, dell’accoglienza, della buona ospitalità tutta sarda.
Quali sono le mete più ambite della Sardegna?
Inevitabilmente quelle di grande richiamo, ambientale, naturalistico. C’è una grande passione per le aree verdi della nostra isola, delle aree dove si pratica il climbing, il trekking. Poi naturalmente gli spazi balneari, quindi le aree di Chia, di Torre delle Stelle, così come quelle di Alghero, di Bosa o della Costa Smeralda o del Golfo di Orosei. È una conoscenza a tutto tondo perfettamente distribuita nell’intero territorio regionale.
Com’è nata l’idea del Sardegna Store e perché l’avete realizzata?
Riteniamo che gli spazi di un territorio separato quale può essere quello di un’isola, se pur bellissima, ma che rimane lontana dalla terra ferma, deve avere tutte le dinamiche utili a poter individuare i canali migliorativi di un percorso di conoscenza e di nuova esperienza. Siamo partiti dunque con l’apertura di uno Store come questo a Roma, seguirà quello di Milano. Rafforzeremo la scelta con aperture o a Londra o a Parigi.
testo e foto di Emilio Esbardo
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