Immigrazione

Durante le proteste di fronte all'Ambasciata d'Ungheria a Berlino - Foto: Emilio Esbardo

di Michela Buono

Chiamiamo immigrati coloro che lasciano il proprio paese per cercare fortuna altrove. Migliaia di persone che si calpestano le une con le altre, stipate in treni, navi e Dio solo sa cos’altro sperando di essere accolte.

In molti ci si chiede, anche, quanto noi siamo preparati sul piano socio-culturale ad accogliere genti così diverse. L’immigrazione è sempre esistita, eppure ciò che non comprendiamo è che anche la nostra società si sta modificando radicalmente e, per paura di perdere ciò che ci “appartiene”, non vogliamo accettare ulteriori “sconvolgimenti”.


I flussi migratori attuali a ragione evocano nei più, quelli imponenti e drammatici dei secoli passati ed il termine “esodo” è appropriato e suggestivo. In Italia la discussione sul fenomeno immigrazione è particolarmente vivace fino alla rissa verbale, nei talk show, fra i politici dei vari schieramenti.

Si va da Salvini della Lega Nord ad esponenti del PD, impegnati in una disamina del fenomeno e delle conseguenze politiche e sociali, spesso opposte, contraddittorie ed anche confuse. La destra tende ad essere fortemente critica fino alla tesi dello scoordinamento del tessuto sociale, oltre al ventilato pericolo di infiltrazioni terroristiche attraverso il flusso di immigrazione.

Gli esponenti di sinistra tendono a sostenere la politica delle “braccia aperte”. Appare confusa e superficiale da parte di politici ed opinionisti la riflessione su immigrati clandestini (in cerca di migliori condizioni di vita) e rifugiati politici.

Durante le proteste di fronte all'Ambasciata d'Ungheria a Berlino - Foto: Emilio Esbardo

In questa discussione alquanto confusa e fortemente emotiva entra con il peso della sua autorevolezza, anche Papa Francesco, sostenendo il dovere dell’accoglienza evangelica che nella pratica si traduce nella tesi delle “braccia aperte” senza perplessità alcuna e ciò fino alla “esortazione” a parroci e conventi, di accogliere in ciascuna struttura almeno una famiglia.

Ma, fanno notare alcuni opinionisti che tutto ciò resta, comunque, privo di progettualità.

Sergio Romano, editorialista de “Il corriere della sera”, ribadisce la sua antica tesi della sprovvedutezza di USA ed anche UE in materia di politica estera e dell’essere in balia degli eventi piuttosto che “dirigerli”.

I cittadini italiani nei sondaggi ed anche nelle “discussioni” al bar, appaiono perplessi e critici della “non politica” del governo.

La Storia per definizione è una serie di avvenimenti che si succedono nella direzione della freccia del tempo ,ossia in modo rettilineo verso un futuro che va sempre più avanti e non torna indietro ( in contrapposizione alla visione ciclica e circolare  degli eventi ) ma comunque sia, sembra che tutto accada con rapidità eccessiva, quasi impedendo di analizzare gli effetti e le conseguenze nell’immediato e soprattutto nel futuro.

Diversi opinionisti politici sostengono che l’Occidente sia  stato colto impreparato e che mostri una sostanziale incapacità di esercitare una analisi approfondita degli eventi che, in ogni caso, lo stanno sommergendo.

E mentre l’Occidente abbonda in dichiarazioni e proclami che peraltro appaiono contraddittori gli eventi, come partoriti dal ventre della Storia, si appalesano in modo violento.

Essa la Storia, Signora  imperscrutabile, avanza incurante  delle chiacchiere  e pone  l’annosa domanda se siano  gli uomini a creare e a dare una direzione alla Storia o piuttosto le Necessità  intrinseche al Divenire, comunque inteso, non costringano gli uomini a prenderne atto costringendoli  a  processi di riflessione ardui e spesso amari.

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