Il viaggio

Nell'immagine: stazione berlinese Ostbahnhof - foto: Emanuele Bellintani

di Maria Luisa Melo

Il mio viaggio ebbe inizio alle ore 12,30 dell’Emisfero Sud…
Era Autunno quel 17 Aprile 1958 quando nacqui a Rosario, Argentina, nel Continente Latino-Americano…

Un Continente con una Natura esuberante come pure lo sono i suoi abitanti nel vivere le passioni, i dolori e quel modo particolare, tra la timidezza, il complesso d’inferiorità, la sottomissione… che si traduce in una sola parola P A Z I E N Z A . . . , a volte, una triste pazienza di sopportazione…
La Passione mi ha nutrito per mesi e mesi… crescendo tra i libri di mio padre e la musica classica che suonava anche nel silenzio delle mie notti quando la mia anima in punta di piede, disegnava quei sentieri che il giorno dopo e tutti quelli sentieri che sono venuti dopo… gli ho sognato vividamente con ardore, amore e con gli occhi spalancati…
Il 11 Novembre 1964 sono arrivata ad Anversa e da lì a Bruxelles… per qualche giorno, mentre mia madre guardava dalle bagnate finestre dell’Albergo , il finire di quella pioggia sottile e costante…
La costante pioviggina-pioggia ci portò a Lovanio per rimanere per due anni tra le sue foglie secche, la neve, la voce del silenzio e il suo cielo grigio-azzurro…
Il Continente Europeo già sapeva che con il mio arrivo non sarei mai partita anche se nel 1966 le ho detto: “ à bientôt…”
Sono ritornata da Lei e l’ Italia mi aprì le sue porte il 10 Aprile 1988… alla Patria di miei lontani origini di Castel Silano in Calabria…
Ma ho respirato la Sardegna e danzato le parole scritte, insegnate, desiderate, pregate, aspettate, scoperte nell’Eterna Roma…
… Così bella, bellissima, sensuale e al contempo spietata nella sua individualità-indifferente da vera DIVINA- DIVINA !!!
Ma stanca di fare le valigie mi ero promessa che:
“Dove comprerò la prima lavatrice lì metterò radici…
Oh l’ho detto in rima… proprio io che non riesco a scrivere in rima i miei versi…”
E a Roma comprai la mia prima lavatrice e senz’accorgermi ho messo radici forse per il mio sempre-limitato-tempo…

Erano i primi giorni di Giugno del 1988… ero in un Ostello della Gioventù di Bruxelles, vicino alla Grand Place…
Lo chiamavo il mio “ Quartier Generale” perché da lì sono andata a rincontrarmi con il Lovanio della mia infanzia e di ritorno nella mia stanza scrisse questa poesia:
“ Quale è la mia terra?
Dove nacqui??
Dove la voce del silenzio è trai cedri azzurri
e sparsa nello scricchiolare delle foglie secche? ( Belgio)
Nella verde luce della natura e sui
tetti rossi ardenti, quando li bacia la primavera? ( Italia)
Dove la neve e il vento si confondono
in un abbraccio appassionato?
Nell’oasi di reincarnate sabbie? ( Africa)

La mia terra è la Terra…
solo devo,
trovare un posto per
seminare la mia essenza. “

L’ Africa era già presente nell’immaginario della mia immaginazione…
Finché Lei, bussò alle porte della mia anima un dodici Gennaio 2011…
Con il sorriso, lo sguardo e la genialità creativa di un passionario dell’Arte!!!!
Sì…
mi innamorai di lui e del suo essere egiziano… benché il Vento dello SHEHBUI rallentava le nostre maree…
Ma altri venti mi hanno portato a Il Cairo…
E a Il Cairo ho ritrovato quella vera, autentica e semplice
F E L I C I T A’
che conobbi a Lovanio…

Sono nata tre volte:
Nel Continente Latino-Americano il 17 Aprile 1958…
Nel Continente Europeo il 10 Aprile 1988…
Nel Continente Africano il 31 Marzo 2012…sotto il segno dell’ Ariette….
il Fuoco..

TI AVEVO SOGNATO…

Ti avevo sognato
venti giorni fa…
… a Roma
e non lo sapevo…

“ C’era stata
una grande bufera
e quando
esco
da casa mia…
(… quella che ancora
non ho…)
solo e soltanto
i marciapiedi
erano coperti
da una densa
e abbondante
sabbia…

… Una sabbia
tenuemente-luccicante
su quei marciapiedi-sentieri…

Oggi…
un volo di tre ore
mi hanno portato a
IL CAIRO…

… Un nome maschile
mi accoglie…

Sarai tu…
l’uomo con nome
e senza volto
che mi amerà…?

Quando sono arrivata a Il Cairo non ero consapevole che Lui sarebbe stato “ quell’uomo senza volto” che avrei amato… e … forse… per sempre…
Uscendo dall’Aeroporto… un Tsunami di emozioni mi travolsi portandomi all’interno di una Vertigine d’entusiasmo e di stupore.
Ero dentro una gioiosa ansia soffocante di disperazione per inzupparmi, d’imbevermi, d’apprendere ogni minimo dettaglio quasi impercettibile e quotidianamente normale… per poter così… Amarlo…
Amare… Lui…
… Il Cairo…
Il suo corpo è grande, alto e steso…
L’aria che si respira non è limpida ma bensì un’aria di sagge – arene -sabbiose…
La sua luce è di un azzurro intonaco da un dorato antico che Il Nilo profuma dall’Alba al Tramonto…
Anche in questo Millennio inquinato dallo smog – fumoso – rumoroso – chiassoso e dalle lacrime urlate nel silenzioso oblio di ogni crudeltà…
Dall’Antichità fino l’ultima Dittatura vestita rozzamente di Democrazia alla Mubarak…
Ero a Il Cairo quello della Transizione.
Nel mistero- prudente – imprudente – passaggio tra la “ Potenza” e l’”Atto”… dell’Egitto.
“ Potenza e Atto”, quanto mi aveva affascinato questa frase filosofica di Santo Tommaso d’Aquino, quando ero una studentessa di Scienze Politiche a Rosario.
Così come questo continuo ricercare: “ il perché e l’affinché” di certe esperienze mie e altrui, vissute, ascoltate, viste, lette.
C’è stato un perché e un affinché d’essere nata in Argentina e d’aver vissuto fin da bambina tante dittature militari e visto da vicino, molto da vicino, la povertà che camminava verso una miseria senza ritorno….
Per non spaventarmi, scandalizzarmi quando ho rivisto dei Carri Armati al Cairo… come quelli a Rosario…
Ma di un altro colore, più grandi e più tecnologici, ma fuori Posto, come a Rosario…, vale a dire, nel “centro della città, nel centro di Piazza Tahrir”
Non per combattere una guerra ma per “ controllare l’ordine ordinato e militarmente pensato e attuato per garantire la “sicurezza al Popolo….”
Ora il mio viaggio continua lontana da Il Cairo…
Sono stata richiamata d’altri venti… quello di Maestrale, di Tramontana e , in particolare, il vento di Ponentino…
Con il suo soffio lieve occidentale….fasì che la brezza del mare sia sensuale, inebriante nella sua soavità…
… Su Roma, il Ponentino si leva sul far sera durante il Regno del SOLLEONE…
… Sognando il vento di Tramontana che sarà la linfa vigorosa del mio camminare viandante…
… Su Il Viaggio a me destinato.
… Che lo scopro e lo costruisco tra fatiche lacrimose…. E con l’ambizione di raggiungere quell’ ardito traguardo…
Sì.., il Maestrale ha avuto la supremazia sul vento dello Shehbui …su Il Cairo e su Il Nilo…
… Perché il Tevere mi stava aspettando per costruire altri ponti…sulle rive dell’Amore in Autunno…

Share Button