Era il sogno di Federico secondo. Il nord che si incontra con il sud. Freddo e mediterraneo. Ghiaccio e limone.
Sì! Sarebbe veramente piaciuta, a questo Re sole (in tutti i sensi) del 1200, la presentazione di lunedì 19 Marzo, al Caffè Gelato di Potsdamer Platz.
La scuola Hermann–Ehlers con Frau Rabe, l’asilo l’Angolino con Gegia, bambini e meno bambini, con il direttore dell’Istituto Italiano di Cultura a fare da padrino. Tutti a scoprire come nasce questo simbolo del made in Italy nel mondo.
Ed è il veneto Serenissimo a farlo da padrone. E realamente si incontrano le due latitudini.
Walter, il nostro maestro del gelato e Anne ci insegnano che, acqua e zucchero o latte e zucchero, vanno nel settore caldo della macchina, che può arrivare anche a 100 gradi. Frutta nel settore freddo, che può scendere fino a meno 45 gradi.
E mentre aspettiamo l’incontro fatale che avverrà a meno 9, viene raccontata la storia del contadino che salì in montagna, mentre le foglie d’autunno cadevano gialle.
Iniziò a scavare e costruì un grande fosso. Venne l’inverno, coi fiocchi di neve che cadevano dentro il fosso, grandi, leggeri, tutti bianchi.
Fiorì la primavera, con le notti stellate, senza nuvole, che piangono gocce ghiacciate. Intanto all’ombra del grande fosso, la neve dorme, dorme e diventa ghiaccio.
Schiocca il sole caldo dell’estate, il contadino prende un grande coltello e sale in montagna. Entra nel fosso, taglia un cubo di ghiaccio e lo porta a casa. Lo mette dentro un secchio di legno, lo schiaccia in tanti pezzettini, fino a farlo diventare una granita.
Mette la frutta, e gira gira gira, col cucchiaio dorato, per fare in una notte il magico gelato.
di Lino De Palmas – foto Emilio Esbardo
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