Duro discorso di Mikhail Gorbaciov all’Occidente in occasione dei 25 anni della caduta del Muro

Foto: Emilio Esbardo

di Emilio Esbardo

Martedì 8 novembre 2014, di fronte ad ospiti illustri quali l’ex ministro degli esteri francese Roland Dumas, Mikhail Gorbaciov ha tenuto un discorso, durante l’evento “Il mondo 25 anni dopo la caduta del Muro di Berlino – nuove crisi, nuovi dubbi, nuovi muri”, organizzato da Cinema for Peace.

Gorbaciov, che in questi concitati giorni incontrerà anche la cancelliera Angela Merkel, l’ex canceliere Helmut Kohl, il Presidente della Germania Joachim Gauck e l’attore Tom Hancks, non ha risparmiato forti critiche all’Europa.

Foto: Emilio Esbardo

All’inizio del suo intervento ha spiegato le concatenazioni storiche che hanno portato al crollo del Muro e all’unificazione della Germania: processo questo che agli occhi dei contemporanei può sembrare scontato e naturale, ma che allora è stato difficilissimo da realizzare.

“I cambiamenti sono stati provocati dalla Perestrojka”, ha affermato Gorbaciov, “abbiamo rifiutato la dottrina di Brežnev e riconosciuto l’indipedenza dei singoli stati dell’Unione Sovietica e la loro responsabilità sul proprio popolo”.

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Il processo di riunificazione della Germania ha dovuto superare gli scetticismi dei leader politici di allora quali Margaret Thatcher e François Mitterrand, che conservavano ancora nella loro memoria la brutalità della seconda mondiale, e della stessa élite sovietica.

“Durante un incontro a gennaio 1990”, ha raccontato Gorbaciov, “abbiamo discusso dell’evolversi della situazione e siamo giunti alla conclusione unanime che non ci saremmo dovuti opporre all’unificazione. Il problema più delicato è stato l’ammissione della Germania come Paese membro della Nato. Io ero a favore di una Germania neutrale. Il Presidente Bush ha obiettato: Perché hai paura dei tedeschi? (…) Io ho risposto: sembra proprio che tu abbia paura”.

L’ex ministro degli esteri francese Roland Dumas durante il suo discorso - Foto: Emilio Esbardo

Dopo questa breve premessa storica, l’83nne ma sempre combattivo, ex segretario generale del Partito Comunista dell’Unione Sovietica, ha messo in evidenza l’incapacità della nuova classe dirigente politica di adeguare i propri Paesi alle nuove condizioni dettate dal mondo globalizzato e post guerra fredda. Non si è avuta la capacità di rinnovarsi.


“Il mondo è sull’orlo di una nuova guerra fredda”, ha affermato Gorbaciov, aggiungendo: “invece di costruire nuovi meccanismi ed istituzioni e ricercare una maggiore smilitarizzazione – come promesso casualmente nella dichiarazione della NATO a Londra – l’occidente, e particolarmente, gli Stati Uniti, hanno dichiarato la loro vittoria della Guerra Fredda. Euforia e trionfalismo hanno prevalso sui leader occidentali (…) hanno preteso il monopolio della leadership e la dominazione del mondo (…) Gli eventi recenti sono le conseguenze di una politica miope e dal desiderio di imporre la propria volontà sugli altri (…)”

Secondo Gorbaciov si è ancora in tempo per una tendenza di rotta e un esempio lampante sono stati gli eventi degli anni ’80 che hanno portato alla fine della guerra fredda. Ma bisogna sbrigarsi, darsi da fare il più velocemente possibile, prima che sia troppo tardi.

Foto: Emilio Esbardo

Uno degli elementi più importanti, secondo lui, è la fiducia reciproca. Nel discorso di Putin, al forum di Valdai, ha percepito la volontà del Presidente russo di un riavvicinamento.

I politici europei ma anche le società debbono rimboccarsi le maniche per riportare serenità nel mondo e risolvere i problemi che affliggono le persone a livello internazionale. Con grande preoccupazione ha affermato:

I problemi globali – terrorismo ed estremismo, povertà e diseguaglianze; l’ambiente, il problema delle risorse e le ondate di emigrazione; le epidemie – stanno peggiorando giorno dopo giorno (…)

Al centro del discorso vi è un sistema europeo forte, capace di garantire sicurezza e giustizia a tutti.

Ai politici, alle istituzioni della società e ai media, si volge l’appello di Gorbaciov affinché si realizzi la ricostruzione di una nuova casa comune europea.

Foto: Emilio Esbardo

Cinema for Peace (Cinema per la pace) è stata fondata, a seguito degli eventi dell’11 settembre 2001, con il sostegno di personalità del mondo della politica, dell’economia e dei media, per combattere, attraverso la cinematografia, le ingiustizie sociali e le violazioni dei diritti umani a livello internazionale.

Il fondatore di Cinema for Peace è il produttore sloveno Jaka Bizilj.

Tra le celebrità che hanno appoggiato il progetto ci sono, tra gli altri, Michail Gorbaciov, Nelson Mandela, Sean Penn, Richard Gere, Ben Affleck, Bono, Bill e Hillary Clinton, Nicole Kidman e il Dalai Lama.

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