di Emilio Esbardo
Il tragico bilancio dell’attentato di Berlino è di 12 morti, 53 feriti, 14 dei quali in pericolo di vita. Dei 12 morti (sei uomini e sei donne), 7 sono tedeschi, i restanti sono di nazionalità italiana, ucraina, israeliana, ceca e polacca: questo indica la folta presenza di turisti nella zona.
Tra le vittime vi è la connazionale Fabrizia Di Lorenzo, la cui salma è stata trasportata in Italia il 24 dicembre, accolta in presenza del Capo dello Stato Mattarella.
I social network sono divenuti un mezzo di diffusione e di testimonianza per chi ha vissuto in prima persona quei tragici momenti – “Il camion è salito sopra le mie due gambe”, ha postato Inaki Ellakuria, studente Erasmus di Bilbao.
Il bilancio sarebbe potuto essere molto più grave se il camion non fosse stato dotato di un computer di bordo, che ne ha frenato la corsa azionando il freno di emergenza. Il veicolo è dotato di un sistema, che, rilevando ostacoli attraverso una videocamera ed un radar, decelera automaticamente se il conducente non risponde al segnale d’allarme dopo un secondo.
Breitscheidtplatz, su cui si erge la Chiesa della Memoria (Gedächtniskirche), fino alla caduta del Muro rappresentava il centro più importante di Berlino ovest. La stazione Zoologischer Garten, a due passi della piazza, era la principale del settore occidentale. Nella Berlino riunificata la piazza è divenuta una delle mete preferite dai turisti, attratti anche da uno dei più grandi zoo della Germania e del mondo e dal Kurfürstendamm, lunghissimo boulevard (3,5 km) pieno di esercizi commerciali.
La Gedächtniskirche è uno dei maggiori simboli berlinesi, danneggiata dai bombardamenti durante la seconda guerra mondiale, precisamente nella notte del 23 novembre 1943. La popolazione si è opposta in modo veemente alla sua ricostruzione. I cittadini erano a favore del mantenimento di quello che era divenuto un rudere, la cui forma casuale ricorda un dente cavo – “der hohle Zahn” in tedesco e nomignolo affibbiatogli dai berlinesi. Infatti essa avrebbe dovuto rappresentare una testimonianza del conflitto bellico per mantenere alto il ricordo di uno degli eventi più tragici dell’umanità e far così in modo che non venissero più ripetuti gli errori del passato. Il progetto venne infine assegnato nel 1957 all’architetto Egon Eiermann, che fece ergere accanto al rudere una nuova chiesa.
CRONOLOGIA DELL’EVENTI
Lunedì 19 dicembre
Lunedì mattina, 19 dicembre 2016, il camionista polacco Robert Łukasz Urban giunge a Berlino con l’autoarticolato Scania R 450, al cui interno vi sono 25 tonnellate di acciaio. Prima di poter scaricare il contenuto nella sede della Thyssen Krupp, parcheggia presso la Friedrich-Krause-Ufer. Dopo aver sentito telefonicamente suo cugino Ariel Żurawski, proprietario della ditta, e sua moglie alle ore 15.00, è divenuto irrintracciabile. Verso le 16.00, in base alle analisi del GPS di bordo, si hanno le prove che il motore del camion è stato avviato più volte come se qualcuno stesse cercando di apprendere a manovrarlo. Alle 19.34 il semirimorchio abbandona il parcheggio. Alle 20.02, ad una distanza dai 50 agli 80 metri, inizia la corsa contro il mercatino di Natale a Breitscheidplatz. Dopo due minuti, scatta una massiccia operazione dei pompieri: in 130 partono dalla base di Rankestraße. Il luogo dell’accaduto viene recintato dai poliziotti. Alle 20.41 la polizia di Berlino dirama la notizia attraverso Twitter. Alle 20.56 una pattuglia arresta un sospetto. Alle 21.10 la polizia conferma 9 morti e molti feriti. La notizia inizia a fare il giro del mondo. Alle 21.45 il sindaco Michael Müller giunge a Breitscheidplatz. Si dice sconvolto ma rassicura i cittadini che la situazione è sotto controllo.
Martedì 20 dicembre
Alle ore 9.00 viene diramata la decisione di lasciar aperti tutti i mercatini di Natale; solo quelli berlinesi rimarranno chiusi per un giorno in segno di lutto. Alle ore 11.00 Angela Merkel convoca una conferenza stampa presso la Cancelleria. Notizia data verso le 13.00: arresto di Naved B., pachistano, da un anno residente nel campo profughi di Berlino Tempelhof, noto agli inquirenti per reati sessuali. Naved B., dopo aver negato tutte le sue accuse nei suoi confronti, è stato rilasciato.
Martedì 20 dicembre tutte le alte cariche dello Stato si sono pronunciate sull’accaduto. Alle 14.18, il Presidente della Repubblica Joachim Gauck, durante la conferenza stampa, ha espresso il suo cordoglio ai familiari delle vittime:
Questa è una brutta serata per Berlino e per la nostra nazione, che mi coinvolge direttamente come tante altre persone. Anche se ancora non conosciamo i retroscena dei terribili eventi al mercatino di Natale: il mio pensiero va a tutte le vittime, a tutti i familiari, a tutti gli individui, che temono per i familiari o per gli amici. Ringrazio i volontari e le forze di sicurezza per il loro impegno.
Alle 15.00 Angela Merkel, il Ministro degli Interni Thomas de Maizière, il Ministro degli Esteri Frank-Walter Steinmeier e il sindaco di Berlino pongono rose bianche su Breitscheidplatz.
Alle 18.00 nella Chiesa della Memoria si tiene una cerimonia commemorativa alla presenza delle più alte cariche dello Stato.
Verso le 20.20 viene rivendicata la responsabilità dell’attacco dallo “Stato Islamico”.
Verso le 19.00 l’innocenza di Naved B. è stata confermata dal capo della polizia berlinese Klaus Kandt. Naved era stato registrato in Germania con due nominativi simili e due date di nascita differenti a causa di errori di trascrizione. Non si può affermare se abbia partecipato alle violenze di Colonia l’anno passato. Per lui nessun mandato di arresto.
Mercoledì 21 dicembre
Verso le 11.00 viene fatto noto il nome del nuovo sospetto: Anis Amri.
Alle 14.40 De Maizière annuncia che è stato diramato un comunicato a livello europeo per la cattura del principale sospetto. Non rivela le generalità del nuovo indagato.
Alle 17:39 viene ufficializzata la ricerca di Anis Amri. La polizia federale della Germania – Bundeskriminalamt, abbreviato BKA – offre una ricompensa fino a 100.000 euro a tutti coloro i quali forniscono informazioni utili alla sua cattura.
Giovedì 22 dicembre
Ore 16.00: il Governo tedesco comunica che sono state ritrovate le impronte digitali di Anis Amri sul camion.
Venerdì 23 dicembre
Verso le 3.00: secondo le affermazioni del Ministro degli Interni italiano Anis Amri è stato ucciso in un conflitto a fuoco a Sesto San Giovanni (Milano). Verso le 10.30: la notizia viene diffusa dai primi media.
Mercoledì 28 dicembre
In mattinata, nella zona dell’ex aeroporto di Tempelhof, è stato arrestato un tunisino 40enne, presunto contatto di Anis Amri. Gli investigatori sono giunti sulle sue orme grazie al cellulare di Amri, ritrovato nel camion dalla polizia e nel quale era registrato il suo numero di telefono.
INTERNAZIONALITÀ DELL’ACCADUTO
Anche la fuga dell’attentatore è di stampo internazionale, non legata alla sola Berlino e alla Germania. Amri è dapprima fuggito nei Paesi Bassi, poi a Lione in Francia, fino a prendere un treno che lo ha condotto a Milano.
Il 23 dicembre è stato ucciso a Sesto San Giovanni dopo un conflitto a fuoco durante un controllo di routine delle forze dell’ordine. Mentre appoggiava lo zaino sul tetto della macchina, il tunisino ha tolto improvvisamente una pistola puntando contro il poliziotto Cristian Movio, ferendolo alla spalla, ma venendo colpito a sua volta in modo mortale al torace dall’altro agente Luca Scatà. L’arma in possesso del terrorista, una calibro 22, sarebbe la stessa con la quale avrebbe ucciso l’autista polacco. Amri, 24 anni, tunisino, prima di giungere in Germania nel 2015 era stato incarcerato per 4 anni in Italia per essere stato tra i fautori di una rivolta nel centro d’accoglienza sull’isola di Lampedusa. A darne la notizia della sua uccisione è stato Marco Minniti del Ministero degli Interni.
POLITICA D’IMMIGRAZIONE E ATTENTATO
Secondo il sondaggio pubblicato il 28 dicembre 2016 sul quotidiano Tagesspiegel, il 68% dei cittadini tedeschi esclude qualsiasi relazione tra la politica d’immigrazione della Cancelliera e l’atto terroristico del 19 dicembre. Solo il 28% vede nell’apertura dei confini ai rifugiati una connessione diretta o una concausa ai tragici fatti di Breitscheidplatz.
Inoltre il 76% della popolazione crede che la questione della sicurezza interna giocherà un ruolo importante nelle imminenti elezioni elettorali. Il 67% pensa che un dibattito acceso su tale argomento potrebbe nuocere alla Merkel. Dopo l’attacco terroristico, i partiti gemelli CDU/CSU hanno recuperato due punti salendo al 38% di preferenze, mentre il partito di estrema destra AfD è salito al 12% di preferenze.
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