Il 13 marzo scorso si è svolta presso la “Werkstatt der Kulturen” una manifestazione dedicata alla cultura popolare italiana, incentrata specialmente sulla musica e la narrativa. L’iniziativa, messa in piedi dall’Associazione Culturale italo-tedesca “Malaparte”, ha avuto un discreto successo di pubblico ed ha allo stesso tempo gettato le basi per future iniziative analoghe, per presentare al pubblico tedesco aspetti dell’Italia poco noti.
Prima del concerto vero e proprio si è svolto un incontro con i bambini, numerosi erano italo-tedeschi, che sono entrati per la prima volta in contatto con il saltarello, la pizzica e la tarantella assieme a Gianna Testa al canto e Renato Achille all’organetto, per poi restare affascinati dal pupo di “Virticchio”, magistralmente manovrato da Gaetano Lo Monaco, nipote del grande narratore popolare e cuntastorie Peppe Celano.
Due documentari, tra i quali “Lavoratori” di Tommaso Cotronei, hanno introdotto il pubblico adulto nel mondo contadino e popolare italiano, e dopo un riuscitissimo buffet è partito lo spettacolo. Questa volta Gaetano Celano ha dato un saggio magistrale di narrazione popolare, descrivendo in dialetto la Palermo della sua infanzia, comprese le grida dei venditori di carni, verdure e panini con la milza, per concludere con un pezzo tratto dal ciclo di racconti dei Paladini di Francia, rafforzato da una particolare tecnica declamatoria e sottolineato dalle evoluzioni di una spada in legno dall’impugnatura intagliata artisticamente.
Le canzoni romanesche, una volta tanto pronunciate correttamente ed accompagnate da un virtuosistico organetto, hanno poi reso l’idea dei gusti canori di un semplice popolo che le canta con gioia ed anche un po’ di strafottenza, quando e come può. Una scenetta dedicata al tamburello ed i tanti ritmi popolari italiani, nella quale si è prodotto il Presidente dell’Associazione Corrado Lampe assieme a Stefano Fusillo, che sembra conoscere i ritmi tipici di tutta Italia da Roma in giù, fa da pretesto per introdurre il pezzo forte della serata: “A Paranza r’ o Lione”.
Il gruppo, fondato e diretto da Antonio Matrone, costruttore di tammorre, dalle quali è capace di estrarre suoni incredibili, ha riproposto le tradizioni musicali popolari e contadine del Centro e del Sud Italia in modo vivo, vero e travolgente.
Canti sociali, del lavoro o religiosi sono stati rivissuti dai presenti, e non sono mancate, persone trascinate a ballare in sala, soprattutto donne. La serata si è conclusa con la promessa di organizzare in futuro altre manifestazioni simili, nelle quali la spontaneità e semplicità del mondo popolare italiano sia mostrata agli ormai connazionali tedeschi – siamo o no tutti europei? – in tutta la propria bellezza e fascinazione.
Testo di Max Teodoro – foto di Emilio Esbardo
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