Elezioni italiane viste da Berlino: i discorsi europeisti di Bersani e Rosi Bindi in visita nelle settimane passate nella capitale tedesca

di Andrea Müller

“Le elezioni italiane, che si tengono questo fine settimana”, riporta il quotidiano berlinese Tagesspiegel, nell’articolo Eine Wahl, doch keine Chance del 20 febbraio, “sono europee”. Nelle righe successive si fa riferimento a ciò che è stato scritto nella maggior parte dei media europei, che rivelano la preoccupazione in caso di vittoria di Silvio Berlusconi:

Mario Monti ha ridato alla nazione un’immagine seriosa (…) Berlusconi, uno dei maggiori fautori della crisi del suo Paese, colleziona punti con le sue promesse di abbassare le tasse, ma anche nel presentare Mario Monti come una marionetta di Angela Merkel. (traduzione libera dell’autore dell’articolo).

Un altro quotidiano berlinese Berliner Zeitung ha dedicato l’intera seconda pagina alle elezioni italiane. Immediatamente si mette in evidenza le medesime preoccupazioni elencate dal Tagesspiegel e di quasi tutta la stampa ed opinione tedesca:

Fuori dall’Italia vi è una sola preoccupazione, che Silvio Berlusconi, il politico del Bunga-Bunga, vinca le elezioni o una maggioranza, incapace di governare, e che lo Stato con la terza più grande economia dell’eurozona finisca in un caos politico (traduzione libera dell’autore dell’articolo).

Pier Luigi Bersani a Berlino - Foto: Emilio Esbardo

Successivamente si citano dove sono riposte le speranze europee:

L’Europa, gli Stati Uniti e i mercati finanziari sperano che alle elezioni vincano i pragmatici Bersani e Monti.

L’altra grande preoccupazione è il populismo dilagante non solo di Silvio Berlusconi, ma anche di Beppe Grillo, i quali vanno contro il concetto d’Europa. Sempre ne il Berliner Zeitung si può leggere:

Il secondo fattore di rischio sono i populisti. Anche il Movimento 5 Stelle del comico Beppe Grillo, che vuole fare pulizia completa del vecchio apparato politico e che propone un referendum sulla permanenza nell’eurozona e soluzioni alquanto semplicistiche, è cresciuto nei consensi.

Rosi Bindi e Pier Luigi Bersani a Berlino - Foto: Emilio Esbardo

I timori di un’Italia che vada contro l’Europa sono stati espressi chiaramente anche da Pier Luigi Bersani in visita il 5 febbraio a Berlino, presso la Deutsche Gesellschaft für Auswärtige Politik:

Vorrei ricordare il nostro ex Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi: ci sono 50milioni di ragioni, cioè i 50milioni di morti della seconda guerra mondiale per essere a favore di una maggiore integrazione europea. Ed io credo ancora che sia giusto partire da lì, dal ricordo di come un continente distrutto, affamato, impaurito, sia diventato nel mondo, nell’arco di sole tre generazioni, l’area che ha cancellato dalla propria cultura politica la tentazione della guerra. L’Europa è, oggi, l’area più ricca del pianeta e al contempo la meno diseguale. Io ritengo che per il mio Paese, per l’Italia, tutt’ora il massimo interesse nazionale coincida con il proseguimento dell’integrazione.

Beppe Grillo durante un suo spettacolo a Berlino - Foto: Emilio Esbardo

L’analisi di Bersani, non è stata, però, prive di critiche verso l’Europa. Ha affermato di fronte ad una sala gremita di giornalisti di differenti Paesi:

Detto questo, con altrettanto realismo, non possiamo nasconderci che l’Europa affronta da due anni una sfida esistenziale, che l’Europa ha balbettato davanti alla crisi, che la crisi dell’economia europea ha rischiato di azzoppare gli sforzi americani per una strategia della crescita, che l’europeismo tradizionale è oggi assediato da fenomeni populistici, che rimettono in discussione l’intero percorso.

Mario Monti, durante la sua premiazione da parte della scuola ESMT a Berlino

Qualche giorno prima della conferenza di Bersani, a Berlino c’è stata Rosi Bindi, a sostenere la candidatura di Laura Garavini, come capolista del PD per l’Europa. Rosi Bindi nel suo discorso, ha posto l’accento su due punti abbastanza in linea con la Germania e l’Unione Europea, ossia l’integrazione massiccia delle donne e dei giovani nella vita politica:

Il partito democratico aggiunge un primato, che è quello di assicurare il 40 per cento di donne. Il 40 per cento di donne sono capilista. L’altro primato è il 30 per cento di persone sotto i 35 anni.

Secondo la Bindi, la Garavini, anche lei giovane donna, è “uno dei simboli di un partito che ha scommesso sulle giovani donne”.

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