Il gioco dell'artista cosiddetto

di Lino De Palmas

Se prendiamo un laureato, fresco di giornata possibilmente, e lo lasciamo marinare dentro la sala o la cucina di un ristorante, dopo pochi mesi servirete “impiattato”, un bel filetto di artista alla berlinese.

Si tratta di un esemplare molto comune, nelle acque ferme della cultura odierna. Clonato recentemente, prolifera in modo sorprendente.

Esistono, ormai è accertato, vari tipi di tunnel: droga, alcool, poesia, e giù giù fino al tunnel supremo, l’Arte. Dove luce ed oscurità si confondono e si annullano. Dove l’aria si fa tersa, gravida di deliri.

Berlino, che assomiglia più al paese dei balocchi che a quello delle meraviglie, è la capitale indiscussa di questo curioso animale da spasso. Il suo habitat naturale.

Non è ancora chiaro di cosa si nutra. Ma è evidente che abbia dichiarato guerra a tutte le forme di lavoro manuale, viste come una maledizione del destino. Tranne ovviamente quello artistico, che impregna anima, corpo e membra.

Provate a interloquire con uno di loro sul concetto di Arte, vedrete che occhi, espressione e tutta l’atmosfera intorno, si innalzeranno come l’incenso o si scioglieranno come le campane a festa.

Intanto Berlino marcia verso altri rintocchi. Che saranno duri e scanditi nel futuro prossimo. Un vero peccato
Non per l’Arte, ma soprattutto per loro.

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