di Emilio Esbardo
Attualmente presso il Friedrichstadt-Palast viene inscenato il mastodontico spettacolo THE ONE Grand Show, i cui “500 audaci e stravaganti costumi” sono stati realizzati dallo stilista di fama mondiale Jean-Paul Gaultier.
La regia è di Roland Welke. A comporre i pezzi “Midnight on Feather Reef” e “All for Me” è stata la cantautrice scozzese Kate KT Tunstall.
Per maggiori informazioni:
Spettacolo / Biglietti: www.palast.berlin/it/show/the-one-grand-show
Friedrichstadt-Palast
Friedrichstraße 107
10117 Berlin
Tel.: 030 – 2326 23 26
Sei mesi dopo la premiere di THE ONE Grand Show e con il record di vendita di più o meno 400.000 biglietti, il 12 aprile 2017 KT Tunstall si è recata a Berlino in visita al Friedrichstadt-Palast, dove ha interpretato alcuni dei suoi brani più celebri.
KT Tunstall, nata il 1975 a Edimburgo, suona chitarra, batteria, pianoforte, flauto e scrive i testi delle proprie canzoni. È salita alla ribalta della scena musicale internazionale con il brano “Black Horse and the Cherry Tree”.
Finora ha venduto più di 5 milioni di dischi in tutto il mondo ed ha pubblicato complessivamente 5 album. Il terzo “Tiger Suit” (2010) lo ha registrato presso i leggendari Hansa Studios a Berlino, divenuti famosi soprattutto grazie a David Bowie, che lì ha inciso “Heroes”.
Durante la sua carriera ha ricevuto numerosi premi, tra cui il BRIT Award, ritenuto il più importante nel Regno Unito.
Ho avuto la possibilità di condurre un’intervista molto bella con Kate Tunstall, gentile e disponibile, durante la quale abbiamo parlato di Berlino, del Friedrichstadt-Palast, degli Hansa Studios, etc.
Dopo l’intervista ho scattato alcune immagini della sua esibizione musicale presso il Friedrichstadt-Palast.
– INTERVISTA A KT TUNSTALL –
Perché hai deciso di scrivere pezzi per il THE ONE Grand Show? Come trovi questo spettacolo?
Sono stata contattata dal regista attraverso la mia casa editrice Sony, brava a proporre più progetti inusuali ai suoi autori, la quale mi ha inviato una email descrivendomi questo incredibile show a Berlino. Mi comunicarono che ai responsabili gli sarebbe piaciuto che io scrivessi un paio di canzoni per questo spettacolo. È stata una cosa divertente perché in realtà i musical non mi interessano molto. Non sono il mio genere ma le premesse per questo show apparivano così eccezionali. Si trattava di una storia incredibile; inoltre amo il teatro fisico mescolato con canzoni. Immediatamente, senza pensarci due volte, ho detto a me stessa: debbo farlo, debbo accettare questa sfida. Così ci siamo sentiti per telefono io e il regista Roland, che mentre spiegava – “Questo palco diventa una grotta, che viene circondata d’acqua… e le donne iniziano a divertirsi…” – io prendevo appunti commentando: “sembra interessante”. Dopo aver riattaccato, rilessi ciò che avevo scritto ed esclamai: “Mio Dio, è una cosa folle!”. Non capivo bene il senso ma era una rappresentazione così piena di passione, che non aveva realmente bisogno di spiegazioni. Le canzoni sarebbero state importanti proprio in questa direzione, perché avrebbero avuto il compito di illustrare un po’ di più la storia, di raccontare qualcosa in più sui personaggi. Era una sfida incredibile, non ho avuto un compito facile ma ho gioito di ogni minuto.
Eri già stata al Friedrichstadt-Palast? Cosa ne pensi del palcoscenico più grande e moderno del mondo?
No, non vi ero mai stata ed è come se mi esplodesse la testa. Non ci posso credere. La storia dell’edificio è anche molto affascinante, si trovava nella zona dell’ex Berlino est. Credo che questo teatro per varietà sia stato fondato negli anni ’80 prima che il Muro venisse buttato giù. È un edificio incredibile e il palco è incredibile. Sembra di attraversare altri quattro palazzi messi insieme. Bellissimo…
Perché hai scelto di registrare il tuo album “Tiger Suit” negli Hansa Studios? Cosa rappresentano per te?
Credo che gli Hansa Studios abbiano un significato per tutti i musicisti, perché, se a loro non piace “Heroes” di David Bowie, non sono dei veri musicisti… Gli U2 e i Depeche Mode e moltissimi altri hanno registrato qui… Il numero di studio di registrazioni famosi si possono contare sulle dita della mano e tra questi vi sono gli Hansa Studios. Io volevo realizzare un album composto di musica folk ed elettronica per tale motivo Berlino è stata una scelta naturale.
Tu hai dichiarato: “ho trascorso tre settimane fantastiche durante le registrazioni agli Hansa Studios a Berlino a gennaio”. Potresti raccontare qualcosa in più al riguardo?
È stato un periodo molto intenso. Durante le tre intere settimane vi sono stati meno 10 gradi, eravamo circondati dalla neve. Facevamo le nostre ricerche nei numerosi club. È stato realmente incredibile. Ho avuto la sensazione che avrei dovuto trascorrere più tempo in questa città, per catturarne lo spirito autentico. Abbiamo compreso che Berlino era un luogo creativamente molto ricco, dove ognuno si esprimeva a modo suo senza giudicare gli altri. L’ambiente artistico della metropoli era progressivo e le persone realizzavano i loro progetti senza badare alle mode del momento o a ciò che veniva fatto in altri luoghi: una cosa fantastica.
A livello internazionale, la gente sta attraversando una forte crisi esistenziale ed economica. Dal tuo punto di vista la musica, le canzoni, gli show possono migliorare la qualità della vita e sollevare l’umore della gente? Una canzone può addirittura cambiare il mondo?
Mi piacerebbe crederlo. Percepisco che la musica senza dubbio possa influenzare la vita delle persone. Ho sentito dire da molti che un album o una canzone li abbia salvati letteralmente dalla disperazione, che anche le circostanze peggiori possono essere alleviate ascoltando un pezzo che ti commuove e che ti fa sentire al di sopra di te stesso. Penso che la musica sia un tipo d’arte molto spirituale e che trascenda il linguaggio, non importano le parole. Può trasportare realmente le persone al di sopra di se stesse e in uno spazio dove tutti noi siamo più connessi l’uno con l’altro, con il mondo e con la natura. Si può essere in uno stato molto meditativo. Io stessa entro in uno stato di meditazione mentre suono. Ecco perchè credo che la musica sia molto importante in un periodo come questo, perché trascende ogni differenza tra gli esseri umani. Siamo costantemente bombardati da informazioni che tendono a dividerci, che ci dicono, ad esempio, che dobbiamo conoscere meglio i nostri vicini, perché hanno il colore della pelle differente, perché potrebbero avere devianze sessuali, etc. etc. Sono motivazione noiose e così false! La musica per me è il collante che mantiene unite le persone insieme tra di loro senza dividerle.
Cosa ti porta a scrivere una canzone?
Non lo so esattamente. Succede e basta. Devi semplicemente rispettare il momento, l’attimo d’ispirazione. L’ultimo album che ho pubblicato è stato leggermente differente rispetto agli altri. Ho lavorato duramente per terminare di scrivere i miei pezzi. Sono stata una settimana a New Mexico prima di entrare nello studio di registrazione. Mi mancavano ancora 5 canzoni da realizzare. Mi sono isolata in un luogo molto bello. Giornalmente ho acceso un fuoco, sorseggiato del buon caffè e catturata dall’atmosfera sono riuscita a terminare l’album. Normalmente non agisco così. So aspettare fin quando spontaneamente creo un nuovo pezzo.
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