Riproponiamo gli articoli del Festival di Letteratura Internazionale 2013. Tra un po’ inizierà la nuova edizione del 2014
di Emilio Esbardo
Il Festival di Letteratura Internazionale si è aperto con la presentazione del nuovo libro di Daniel Kehlmann, intitolato “F”. La serata è stata moderata da Thomas Brussig, un altro dei più apprezzati giovani scrittori tedeschi, che con il suo pene ha causato la caduta del Muro di Berlino:
Quando il Muro non c’era più, il popolo si strofinò gli occhi e alla fine dovette credere di essere stato lui stesso ad abbatterlo. Mi era chiaro, che questa leggenda Il-popolo-fa-saltare-il-Muro non poteva essere più sostenuta… Sì, è vero. Sono stato io. Ho buttato giù il Muro di Berlino. Ma anche se così fosse, le recensioni degli storici e dei pubblicisti si leggono, in ogni caso, in questo modo: “Fine della divisione tedesca”, “Fine dell’ordine del dopoguerra europeo”, “fine del breve ventesimo secolo”, “Fine dell’epoca moderna”, “Fine della Guerra Fredda”, “Fine delle ideologie” e “Fine della storia” (…) La storia della caduta del Muro è la storia del mio pisello…
(estratto dal libro di Thomas Brussig: “Helden wie wir”, pag. 6/7, edito da Fischer Taschenbuch Verlag – traduzione in italiano di Emilio Esbardo).
Scherzi a parte … La copertina del nuovo libro di Daniel Kehlmann è totalmente nera e vi è raffigurata una F gigantesca e sfuocata ai bordi: la grafica ricorda i poster cinematografici dell’espressionismo.
La “F”, diventa chiaro durante l’evento, sta per “Fatum”, ossia destino.
Il libro racconta di un altro libro, intitolato Il mio nome è nessuno, scritto dallo stesso protagonista del romanzo Arthur Friedland, un uomo inaffidabile, un padre ed un amante inutile, che si dedica alla pubblicazione di romanzi di successo. La figura principale di Il mio nome è nessuno si chiama “F”, la cui malvagia personalità spinge numerose persone al suicidio.
Di fronte ad una sala strapiena di spettatori, Daniel Kehlmann dichiara che il suo ultimo romanzo è stato ispirato molto da Schopenhauer, esattamente come aveva già affermato, precedentemente, in una intervista apparsa nell’edizione del 30 agosto del Süddeutsche Zeitung Magazin:
Schopenhauer si chiede se siamo noi stessi a comporre la nostra vita o se le cose ci accadano così per caso. È giunto alla conclusione che la nostra vita è come nei sogni, dove viviamo dei drammi che non avremmo mai voluto avere.
Gli altri protagonisti del romanzo sono tre fratellastri nati da tre madri differenti e da un padre in comune: il già citato Arthur Friedland.
Essi sono tre figure estremamente negative, sono truffatori, falsari d’arte, gente dal basso livello morale. Martin, il maggiore, un grassone, divorato dal verme solitario, ha il nome di un santo cristiano, che diventa prete cattolico anche se in realtà è ateo, non crede nell’esistenza di Dio. Il suo fratellastro Eric è divorato invece dai debiti, è un consulente finanziario dal carattere inquietante e sinistro.
Daniel Kehlmann non descrive nel romanzo eventi e persone malvagie perché ne prova gusto, bensì descrive o meglio rispecchia la vita reale, dove siamo tutti esposti a persone e ad eventi negativi. Tutto ciò che ci accade avviene a causa del fato, come afferma Daniel Kehlmann nella già menzionata intervista al Süddeutsche Zeitung Magazin:
(Domanda degli intervistatori): Nel suo nuovo romanzo F uno degli eroi dei giovani viene calpestato e squarciato con un coltello. Morente si trascina nel suo appartamento, dove marcisce. Prova piacere a macellare i suoi personaggi?
(Risposta di Daniel Kehlmann) Al contrario. La morte di questo personaggio mi ha colpito molto. Io volevo esprimere solo come velocemente e insensatamente può accadere la fatalità. Georg Büchner avrebbe potuto raggiungere gli ottant’anni e cambiare la letteratura tedesca per sempre. Non c’è nessuna logica che sia morto a 23 anni – e questo è valido per tutti gli uomini (Intervista di Michael Ebert e Sven Michaelsen).
Daniel Kehlmann è nato il 1975 a Monaco. È figlio di genitori d’arte: suo padre Michael è regista e sua madre Dagmar Mettler è attrice.
Kehlmann è uno scrittore dotto, ha compiuto i suoi studi di Filosofia a Vienna.
A consacrarlo come autore di successo è stata, nel 2005, la pubblicazione del suo romanzo La Misura del Mondo (in Italia edito dalla Feltrinelli), i cui protagonisti sono due personalità ottocentesche: Carl Friedrich Gauss, matematico, fisico e astronomo tedesco e Alexander von Humboldt, botanico, naturalista e esploratore, nativo di Berlino.
Di La Misura del Mondo è stata realizzata la riduzione cinematografica nel 2012 curata dallo stesso Kehlmann in collaborazione con il regista Detlev Buck e a cui ha partecipato l’attore Florian David Fitz (tra i premiati di Notte delle Stelle).
Dopo altri importanti libri quali “Mit Ruhm. Ein Roman in neuen Geschichte”, al cui centro vi è la ricerca e la definizione di “identità”, Daniel Kehlmann inizia la sua produzione teatrale. Nel 2011 vede la luce il pezzo “Geister in Princeton”, che racconta la vita del matematico Kurt Gödel e nel 2012 il pezzo “Der Mentor”.
Lo scrittore ha ricevuto numerosi importanti premi letterari tra cui Kleis-Preis (2006), Thomas-Mann-Preis (2008) e Nestroy-Theaterpreis (2012).
Al termine della serata Daniel Kehlmann è stato preso d’assalto dai suoi ammiratori alla ricerca di un autografo.
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