Il Muro – Il panorama di Asisi della Berlino divisa: grande successo di pubblico e di critica

All'interno dell'istallazione di Yadegar Asisi - Foto: Emilio Esbardo

Per maggiori informazioni sul Panorama di Asisi ripubblichiamo qui l’articolo, apparso il 5 dicembre 2012,  in occasione della sua inaugurazione.

Dal 23 settembre è possibile visitare il nuovo progetto realizzato da Yadegar Asisi: Il Muro – Il panorama di Asisi della Berlino divisa (Die Mauer – das asisi Panorama zum geteilten Berlin). L’opera mastodontica, un panometro (termine tecnico che indica un panorama prospettico a grandezza naturale) a 360°, è alta 15 e lunga 60 metri.

Attraverso l’elaborazione di foto al computer, l’artista è riuscito a rappresentare la vita quotidiana della città divisa dal Muro in una fittizia giornata novembrina degli anni ’80. Su una pedana lo sguardo dello spettatore parte dalla via Sebastianstraße e volge verso e oltre il Muro sul territorio della DDR.  


Che nell’opera siano confluiti i sentimenti e le esperienze di Yadegar è evidente dalla raffigurazione dettagliata del quartiere di Kreuzberg, dove Asisi si è trasferito nel 1978, come lui stesso ha scritto in un articolo:

All'interno dell'istallazione di Yadegar Asisi - Foto: Emilio Esbardo

Chi diviene testimone della storia, si ritrova più tardi in una sorte di ruolo di narratore.  Spesso però si fallisce nell’intento di far comprendere all’ascoltatore, ciò che per lui era più incredibile. Da una parte vengono semplicemente a mancare le parole, dall’altra manca l’immaginazione necessaria. Inoltre, in gioco, c’è anche la visione soggettiva. Che cosa si ritiene degno di essere raccontato e cosa no? Dov’è che si esagera, dove si tralascia qualcosa, dove si manipola l’avvenuto, dove si mente? Io sono cresciuto nella DDR. Soltanto nel 1978 mi sono trasferito a Berlino ovest. Ho conosciuto entrambi i posti, l’est e l’ovest / Wer Augenzeuge von Geschichte wird, findet sich später immer wieder in einer Art Erzählerrolle. Oft scheitert man allerdings bei dem Versuch, dem Zuhörenden das – für ihn meist Unglaubliche – nahezubringen. Es fehlen einfach Worte auf der einen oder das Vorstellungsvermögen auf der anderen Seite. Dazu kommt die subjektive Sicht. Was hält man selbst für erzählenswert und was nicht? Wo wird übertrieben, wo etwas weglassen, wo vertuscht und wo gelogen und manipuliert? Ich bin in der DDR aufgewachsen. Erst seit 1978 lebte ich in der Westberlin. Ich habe beide Seiten kennengelernt, den Osten und den Westen[1] (traduzione libera dell’autore).


All'interno dell'istallazione di Yadegar Asisi - Foto: Emilio Esbardo

La quotidianità della città divisa dal Muro sembra rivivere nella sua incredibile autenticità nell’opera di Asisi: gli spettatori hanno la possibilità d’immergersi in un passato fatto di negozi di verdura, di odori e suoni orientali, di case occupate, della scena emergente della musica punk. Ma anche la realtà della DDR è riprodotta fedelmente da Asisi, che ha trascorso la sua infanzia nella Repubblica Federale.


All'interno dell'istallazione di Yadegar Asisi - Foto: Emilio Esbardo

È stato proprio il fatto che la quotidianità di vivere in una città divisa fosse divenuta nel frattempo normalità, come se fosse cosa scontata dividere parenti, amici, innamorati, etc., con un Muro, con un “mostro”, a spaventare Asisi e a portarlo a realizzare questo suo ultimo progetto:

A lungo mi è mancata l’idea per attuare il progetto. Sulla disumanità del Muro si è discusso e si continua molto a discuterne in città. Però quando mi sono chiesto che sensazione avessi avuto a vivere accanto a questo mostro, mi sono spaventato dalla mia stessa risposta: era diventato, in qualche modo, qualcosa di normale, di ordinario. Ci eravamo adattati alla situazione / Lange Zeit fehlte mir aber eine Idee für die Umsetzung. Über die Unmenschlichkeit der Mauer wurde und wird in der Stadt viel gesprochen. Als ich mich aber fragte, wie das Lebensgefühl neben diesem Monstrum eigentlich war, erschrak ich geradezu vor meiner Antwort. Es war irgendwie normal geworden. Wir hatten uns arrangiert[2] (traduzione libera dell’autore).

Yadegar Asisi risponde alle domande dei giornalisti - Foto: Emilio Esbardo

La conferenza stampa dove i giornalisti hanno potuto ammirare in anticipo l’ultimo lavoro di Yadegar Asisi si è tenuta il 21 settembre.

All’evento erano presenti, oltre all’artista, il segretario di Stato André Schmitz, la professoressa Hope M. Harrison dell’Università George Washington e Anna Kaminsky, direttrice dell’istituto federale per l’elaborazione della dittatura della SED (Bundesstiftung zur Aufarbeitung der SED-Diktatur).

Asisi, durante la conferenza stampa, è apparso molto emozionato per l’opera che ha realizzato, trasportato dai sentimenti, che suscitavano in lui un passato recente, di cui aveva fatto parte e che racconta in maniera del tutto soggettiva. 

Finora c’è stato un grande afflusso di persone entusiaste. Chi ha vissuto quel periodo non è riuscito a trattenere le proprie emozioni: per loro è stato come tornare indietro nel tempo.

All'interno dell'istallazione di Yadegar Asisi - Foto: Emilio Esbardo

Appena si entra nella struttura, si sente la voce registrata dell’allora capo di Stato della DDR, Walter Ulbricht, che dice, in una conferenza stampa del 1961, un po’ prima della divisione della città: “Nessuno ha intenzione di costruire un muro”.

La prima cosa che risalta agli occhi è il grigiore di Berlino est con le torrette di guardia, la cosiddetta striscia della morte e i soldati di confine. In opposizione vi è la parte ovest, colorata, con la gente intenta nelle sue attività quotidiane.

Nell’est, al centro dell’attenzione, ci sono le frasi propagandistiche del regime, nell’ovest invece i cartelloni pubblicitari giganteschi tipici degli anni ottanta, come, ad esempio, quello delle sigarette Malboro.

Hope M. Harrison, Yadegar Asisi, André Schmitz, Anna Kaminsky durante la conferenza stampa - Foto: Emilio Esbardo

E mentre nell’est le persone appaiono solo dalle finestre, nell’ovest, in contrapposizione, i bambini giocano, spensierati, tirando il pallone contro il Muro.

Una chicca: tra gli artisti, che stanno dipingendo il Muro, Yadegar Asisi ha raffigurato se stesso.

Il panometro, realizzato in tre anni, sarà presente minimo 12 mesi, con l’opzione di prolungamento della data.

Yadegar Asisi è nato a Vienna. Dopo aver studiato dal 1973 al 1979 Architettura presso l’università di Dresda, si è iscritto all’Accademia della Belle Arti a Berlino (1978-1984). In seguito ha lavorato come professore universitario. Nel corso degli anni ha ricevuto molti premi: il più prestigioso è sicuramente il “Mies-van-der-Rohe-Preis”. Da ricordare è anche la sua collaborazione con Daniel Libeskind.

Yadegar Asisi ha il suo studio nella capitale tedesca: ha un gruppo di 50 collaboratori a Berlino, Dresda e Lipsia.

di Emilio Esbardo

 

Durata della mostra

A partire dal 23 settembre 2012, per almeno un anno, a Checkpoint Charlie in via Friedrichstraße 205, angolo Zimmerstraße, 10117 Berlino

Apertura

Tutti i giorni dalle 10.00 alle 20.00

Costo

10 euro

8,50 ridotto

Sito web

www.asisi.de

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[1] Die Mauer – Das asisi Panorama zum geteilten Berlin, pag. 9, Asisi Edition 2012, Berlin

[2] Ibidem

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